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Le colonne svettanti, duemila anni dopo.

L’anastilosi del Tempio della Pace

Ricostruzione del Templum Pacis

Ricostruzione del Templum Pacis

Un ultimo evento ha, se pure ce ne fosse stato bisogno, rianimato il dialogo tra i cultori del patrimonio della classicità romana: l’ anastilosi del Tempio o Foro della Pace.

Più che di pacifico dialogo si tratta di vere e proprie polemiche che alimentano l’annosa querelle intorno alla conservazione dei beni archeologici. Sette colonne del portico occidentale del Tempio della Pace svettano nuovamente nel cielo invernale di una Roma illuminata dai mille decori natalizi delle strade del centro. Non tutti i romani hanno colto la novità, ma essa non è sfuggita agli ” addetti ai lavori” che hanno dato vita a fronti contrapposti nell’esprimere giudizi su quanto realizzato. Puristi ed innovatori dell’arte del restauro e della conservazione si sono divisi il campo: mantenere nella stessa condizione edifici che il tempo e l’uomo hanno deteriorato o semidistrutto, lasciando i graffi e i segni della storia, o ” ricostruire antichi edifici, specialmente dell’antichità classica, mediante la ricomposizione, con i pezzi originali, delle antiche strutture ?” (Treccani- alla voce”Anastilosi”).

Arco Tito

Rilievo storico dell’Arco di Tito con scena del Trionfo della Guerra Giudaica

C’è chi ritiene sbagliata l’operazione che ricorre al cemento armato per tirare su le colonne che, altrimenti, senza massicci inserimenti non starebbero in piedi, data l’estrema frammentazione dei materiali ( granito rosa di Assuan), rimasti. In tal senso era stato presentato un esposto al Consiglio Superiore dei Beni Culturali. Ma due sono state le sovrintendenze coinvolte ed il progetto, fortemente voluto dall’ex sindaco Marino, è giunto al termine. Tant’è.

Vespasiano aveva voluto questo monumento per celebrare la vittoria, e l’armonia ristabilitasi, dopo la guerra Giudaica, al suo interno aveva trasportato preziosi reperti da Gerusalemme (tra cui la celeberrima Menorah), Domiziano lo aveva terminato, Settimio Severo lo aveva risistemato ponendovi all’interno la pianta marmorea della Forma Urbis, i romani del XXI secolo possono ora rivederne una parte ricostruita, cercando di immaginarne l’antica grandiosità e questo, in fin dei conti, crediamo, non sia certo un male.

Le nostre paseggiate alla scoperta di Roma antica, si arricchiscono così di una nuovo, interessantissima attrazione, fino ad oggi, immaginata.

 

 

Le colonne svettanti, duemila anni dopo.

Una colonna, ancora nella posizione del crollo, prima dell’avvio del progetto